I Buoni Cugini Editori di Anna Squatrito
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Vince il Fiorino d'oro nel XLI Premio Firenze 2024:
Pippo Lo Cascio
L’OMBRA DEL RE IN SICILIA
La guerra civile di Messina 1674-1678
(I Buoni Cugini Editori - Palermo 2023)
con la seguente motivazione:
Nella seconda metà del ‘600, le condizioni di vita della Sicilia, allora vicereame della monarchia spagnola, divennero sempre più precarie fino a quando nel 1671 iniziò una serie di rivolte popolari. Ottenuto il sostegno della Francia di Luigi XIV, il Re Sole, grazie all’intervento delle truppe francesi le autorità spagnole furono espulse dalla città nel 1674. Messina cadde allora sotto il dominio francese, ma con la pace di Nimega del settembre 1678 essa tornò di nuovo sotto il governo spagnolo. Nel quadriennio in cui nella città si alternarono le potenze straniere, scoppiarono vendette fratricide tra chi aveva sostenuto gli spagnoli o i francesi, mentre il popolo continuava a soffrire la fame.
L’opera di Pippo Lo Cascio è la prima ricostruzione completa, fondata sulle fonti dell’archivio e sull’analisi della storiografia specialistica, del contesto economico, politico e sociale entro il quale maturò, si svolse e si spense la rivolta antispagnola.
Oltre che da numerose illustrazioni dell’epoca, la trattazione è arricchita dalla trascrizione del manoscritto, circa 300 pagine, della Historia delle guerre civili di Messina, scritta da Don Francesco Lo Cascio tra il 1680 e il 1700: cronaca nella quale si coglie appieno la drammaticità degli eventi storici di quegli anni. Con questo libro, cui viene attribuito il Fiorino d’oro, Pippo Lo Cascio corona la sua pregevole serie di studi su eventi cruciali della storia della Sicilia, isola strategica al centro del Mediterraneo, contrastato e tormentato mare, ieri come oggi.
La Giuria del Premio Firenze
http://www.centrofirenzeuropa.it/pippo-lo-cascio.html
Agli eventi di quell’arco temporale 1674-1678 che vede la città di Messina al centro di una sommossa volta a scrollarsi di dosso la dominazione spagnola, si rivolge la più recente pubblicazione di Pippo Lo Cascio che ancora una volta con competenza e impegno, torna a far parlare le fonti, quelle fonti storiche che rimangono spesso silenti negli angusti angoli degli archivi, perché manoscritte. Eppure proprio tra le pieghe di quei fogli è descritto l’orrore delle guerre, la violenza della miseria e la compagnia dell’infinito dolore che ereditano gli abitanti.
L’ultimo impegno dello studioso, vero topo d’archivio, è la scoperta e la trascrizione del manoscritto di Don Francesco Lo Cascio dove sono annotati gli accadi menti di Messina nei primi anni della seconda metà del Seicento. Nel manoscritto Historia delle guerre civili di Messina dell’anno 1672 sino al 1678: descritte da D.
Francesco Lo Cascio Palermitano, cappellano del monastero detto di Saladino, il racconto abbraccia i tempi dell’evento per fondersi nello scenario di una città che non tollera il giogo spagnolo e non perimetra la sua esistenza a servire e blandire un padrone, in quanto consapevole della ricchezza dei suoi commerci, della sua
capacità di relazionarsi con i paesi del Mediterraneo. […]
I privilegi che gli Spagnoli confermano a Messina non furono bastevoli per mantenere a freno l’ostilità contro gli stessi, ostilità che prendendo le mosse dalla rivolta per il prezzo del pane finisce con lo sfociare ben presto in richiesta ai Francesi di intervenire contro il dominio spagnolo. […]
Un manoscritto quasi diario di chi era presente ai fatti, di indescrivibile bellezza poetica si presentano le pagine che raccontano il momento in cui i Francesi prendono la decisione di abbandonare la città, noncuranti delle suppliche dei cittadini, in quanto non più “interessati” a difenderla. Sulla bilancia i Francesi mettono l’assenza di vantaggi che a loro ne consegue dalla presenza a Messina e il sostegno a una città che chiede loro protezione. Le ragioni della prima avranno il sopravvento. Gli abitanti sono ben consapevoli delle conseguenze cui andranno incontro con il ritorno degli Spagnoli, ma le loro preghiere cadono nel vuoto.
Gli Spagnoli, infatti, impietosi per l’offesa subita, non faranno attendere gli esiti della loro collera.
Dalla prefazione di Rita Cedrini