I Buoni Cugini Editori di Anna Squatrito
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"Ogni libro possiede un'anima, l'anima di chi lo ha scritto: quando un libro si perde nell'oblio, noi facciamo in modo che arrivi qui. E qui i libri che più nessuno ricorda, i libri perduti nel tempo, vivono per sempre..." (L'ombra del vento di Carlos Ruiz Zafòn).
In questa frase si racchiude uno degli scopi della casa editrice I Buoni Cugini di Anna Squatrito e Ivo Tiberio Ginevra, che nasce a Palermo nel 2014 solo per l'amore nei confronti dei libri, dei fatti cosiddetti “dimenticati” e degli scrittori caduti nell'oblìo.
Il primo grande autore catalogato nella "letteratura dimenticata" che abbiamo riportato alla luce è Luigi Natoli, con tutte le sue opere nelle versioni originali, quelle pubblicate mentre lo scrittore era in vita.
Ma altri lo seguono. Altri autori, grazie alle nostre meticolose ricerche, sono riportati alla luce dai polverosi scaffali di biblioteche o archivi, per dare ai lettori il piacere della rilettura di grandi romanzi rimasti, o autori, coperti da anni di oblìo. Come grandi inediti che vengono dal passato. Ad esempio Benedetto Naselli con i suoi “Misteri di Palermo” o Gaspare Morfino con “Dopo il 4 Aprile”.
Essi sono affiancati da scrittori nuovi o già famosi, perchè siamo sensibili alla letteratura contemporanea e al nostro principio di pubblicare solo quello che riteniamo valido, a prescindere dal genere.
I Buoni Cugini editori (Anna Squatrito e Ivo Tiberio Ginevra)
INTERVISTA A “I BUONI CUGINI EDITORI” DI MARILU' OLIVA SUL BLOG THRILLER MAGAZINE
(2014) I Buoni Cugini Editori di Ivo Tiberio Ginevra è un'avventura editoriale molto particolare. Una nuova casa editrice con una mission coraggiosa: recuperare alcuni scrittori dimenticati oppure le opere minori di grandi scrittori e, nello specifico di questo primo passo, editare opere del grande Luigi Natoli, romanzi accompagnati dalle illustrazioni di Niccolò Pizzorno. L'idea nasce per l'amore nei confronti di libri dimenticati, ed il primo grande autore catalogato nella cosiddetta "letteratura dimenticata" è Luigi Natoli. "Alla guerra!" è un'opera mai pubblicata in libro, oppure in fascicoli rilegati, che apparve per la prima e unica volta in appendice alle pagine del Giornale di Sicilia circa un secolo fa. Ma cosa colpisce l'editore per decidere di dedicare ampio spazio a un autore del passato?
Come scrive lo stesso Ivo Tiberio Ginevra, sul sito www.ibuonicuginieditori.it:
"Luigi Natoli scrive un romanzo dal respiro universale che inaspettatamente non narra della sua amata Sicilia (luogo di ambientazione di tutte le sue opere), ma di una Francia aggredita, mutilata e orgogliosa che respinge l'avanzata tedesca con eroismo e spirito di sacrificio, aggrappata ai valori intramontabili della Patria, della Famiglia e dell'Amore".
L'ho intervistato per capire un po' di più sia su Luigi Natoli che su i presupposti di questa bella iniziativa, per la quale auspico un grande successo.
Chi era Luigi Natoli?
Era un grande Mazziniano e repubblicano. Nella sua vasta, quasi sterminata produzione di romanzi storici ambientati generalmente in Sicilia e in tutte le epoche, ha scritto tre opere a tema risorgimentale che noi proponiamo in questo unico volume. Riletti oggi, hanno il potere di rinverdire il nostro amore patrio facendoci sentire italiani, ricordandoci il nostro criterio di appartenenza, e tutti i sacrifici che i nostri progenitori hanno fatto per darci questa Italia. E anche se oggi viviamo un momento particolarmente delicato niente ci deve far trascurare il bene più prezioso che abbiamo: La libertà.
Dei suoi libri circolano molte edizioni manipolate, cioè pubblicate dopo la sua morte che messe a confronto con le stesse redatte dallo scrittore mentre era in vita hanno profonde differenze, addirittura anche nel titolo. Se ci sono manipolazioni nel titolo, figurati nell'interno.
Cosa trovate interessante, nei personaggi di Natoli?
Tutti i personaggi creati da Luigi Natoli, si fissano per sempre nella memoria del lettore e si fanno amare. E da oggi oltre ai già noti Bertuchello, Blasco da Castiglione, Calvello, sarà altrettanto impossibile dimenticare e non amare Elio, l’eroe siculo della seconda guerra servile de Gli schiavi, o Galvano di Valverde personaggio centrale de Il Capitan Terrore, o Giovannello Chiaramonte protagonista de Il paggio della Regina Bianca, o Ferrazzano il comico palermitano del 1775 fra storia e leggenda, e così anche Don Calcedonio il puparo di Fioravante e Rizzeri
La gestazione del progetto: quando e come avete deciso?
Sulla gestazione del progetto posso dirti che io e Anna (moglie e socia in quest’avventura) abbiamo avuto da sempre un debole per Luigi Natoli e le sue opere. Il fatto che in commercio si trovassero solo alcuni romanzi in proporzione alla sua sterminata produzione ci ha stimolati a una ricerca che negli anni si è conclusa ricostruendo tutta la sua opera di scrittore e storiografo. Poi rileggendo e confrontando i romanzi nelle varie edizioni, ci siamo accorti di alcune differenze, a volte anche notevoli gravanti nello stile dell’autore. Addirittura abbiamo anche scoperto che uno di questi romanzi, indubbiamente fra i suoi migliori, Fioravante e Rizzeri era dato dalla biografia ufficiale come “ricostruito ed edito postumo” quando invece era stato pubblicato dallo stesso Natoli in appendice del Giornale di Sicilia e proprio quando l’autore, era in vita. Addirittura lo stesso scrive anche una prefazione nel Giornale. E dirò di più. Luigi Natoli era pure uno scrittore molto preciso e scrupoloso e più volte nel corso di questa pubblicazione era intervenuto per apportare correzioni sugli errori di stampa, a partire da quelle sul titolo “Rizzieri” o “Rizieri” al posto di “Rizzeri” (tutto questo è ovviamente documentabile). Quest’opera, confrontata con quella postuma edita dalla casa editrice “La Madonnina” manifesta pienamente il genio di Natoli e di contro getta ombre su tutte quelle pubblicate dopo la morte dello scrittore sempre a cura de “La Madonnina”. Ecco, fino a quel momento non c’era alcuna intenzione di fare una casa editrice. Contattavamo soltanto Editori per cercare di far ripubblicare queste opere, ma davanti ai loro rifiuti a volte anche sgarbati, davanti a editori con coda di Minosse o con atteggiamenti da “Gatto e la Volpe”, ci sono girati i cabbasisi e abbiamo deciso di fare per conto nostro, speriamo sotto il lume tutelare dello stesso Natoli.
Siete stati coraggiosi a non farvi abbattere dal momento di crisi (crisi che si riversa anche e soprattutto sull'editoria): è la passione che vi muove?
Marilù io credo che noi non siamo coraggiosi e neanche passionari; abbiamo solo una dose notevole d’incoscienza perché investire in questo momento storico italiano nell’editoria è una roba da pazzi, ma abbiamo una missione da compiere: dare il piacere di una buona lettura, meglio se recuperata dall’oblio degli scrittori dimenticati o da alcune opere volgarmente chiamate “minori” di scrittori anche noti. E poi ci siamo accorti che ci sono anche tanti scrittori viventi che hanno pubblicato capolavori che ora si trovano ignominiosamente fuori catalogo perché inghiottiti dagli ingordi scaffali dei supermercati. Quindi, che sia letteratura antica o moderna, a noi poco importa, il principio è restituire alla collettività i buoni libri “dimenticati”. Fare godere i lettori di buone letture proprio così come capita a me e mia moglie quando finiamo di divorare un libro meraviglioso.
Come siete approdati qui, dal vostro background professionale?
Sul mio background ti dico che nasco come giurista e che dopo anni di professione mi sono accorto di essere diventato arido come le norme di un codice. Per evitare l’isecchimento (ma solo metaforico perché la panza non mi ha abbandonato mai) mi sono dedicato alla scrittura di qualche gialletto o piccoli thriller, ma solo e sempre la lettura mi ha dato quel piacere di sentirmi vivo, e allora dopo l’ennesima riforma di una legge o dell’immancabile d.p.r. ho deciso di fare quello che mi è sempre piaciuto; tanto in questa vita siamo tutti di passaggio, e così, almeno lascio il piacere che mi ha procurato una bella lettura. Stesso discorso per mia moglie-socia, ma con la sola differenza che lei faceva la contabile, il ché forse è ancora peggio.
Arpa eolica ha intervistato l’editore Ivo Tiberio Ginevra (scrittore ed autore di gialli noir) e gli ha posto alcune domande.
Perché Natoli?
Per un senso di Giustizia che si è trasformato nella missione di strappare dall’oblio uno dei più grandi scrittori italiani del ‘900. Ricordato solo per aver scritto “I Beati Paoli” e dimenticato per tutto il resto, e di opere ne ha composte parecchie fra romanzi (27 in tutto), studi critici, storici, lavori teatrali e una quantità incredibile e pregevole di storie e leggende di Sicilia.
Quali sono state le fonti a cui ha fatto riferimento la sua casa editrice?
Io e Anna, la mia socia e compagna, abbiamo attinto, ove possibile, direttamente dai manoscritti originali, dalle pubblicazioni di “La Gutenberg editrice” e soprattutto dai Giornali di Sicilia, dato che Luigi Natoli pubblicava in anteprima sempre come appendice al Giornale e in seguito, ma solo per poche opere, in fascicoli rilegati da La Gutenberg, disattendendo tutte le riedizioni postume della casa editrice “La Madonnina” fra il 1949 e il 1953, perché ci siamo accorti che queste edizioni messe a confronto con gli originali, o con quelle altre pubblicate durante la vita dello scrittore, riportavano a volte piccole, ma a volte profonde modifiche che ne alterano il senso e la grandezza del narratore, perché cambiati spesso nella punteggiatura, o nelle parole; talvolta nella rielaborazione di espressioni o nella soppressione di capitoli e frasi, arrivando anche, ma non sempre, a stravolgere lo stile e la personalità artistica di Luigi Natoli. Agli studiosi e ai critici tirare le somme di quanto esposto, da parte nostra siamo disponibili a un confronto documenti alla mano.
La parte grafica di queste pubblicazioni è accattivante, ci dice qualcosa sull’autore
È di Tiglieto e a dicembre farà trent’anni. Si chiama Niccolò Pizzorno. Laureato all’Accademia Linguistica di Belle Arti, ha frequentato la scuola Chiavarese del Fumetto e si occupa d’illustrazioni e tecniche calcografiche. Ha al suo attivo numerose mostre e illustrazioni di antologie. Vive e lavora a Genova (pizzorno.n@hotmal.com).
La sua casa editrice intende completare tutta l’opera di Natoli?
Sì! Inizieremo dalle sue opere meno conosciute se non addirittura quasi inedite; infatti, a novembre pubblicheremo “Alla guerra!”. Faremo rivivere a distanza di 100 anni esatti questo romanzo mai pubblicato in libro o raccolto in fascicoli, e apparso per la prima e unica volta in appendice al Giornale di Sicilia in 204 puntate a partire dal 19 ottobre 1914.
Si rivolgerà anche ad altri autori siciliani dimenticati?
Sì e purtroppo ce ne sono molti, qualcuno anche grandissimo, ma non posso dir nulla perché nel mondo editoriale il silenzio è d’oro.
La Palermo di Natoli è tanto diversa dalla Palermo di oggi?
È tutto un altro mondo. Sia topograficamente, perché i bombardamenti degli alleati americani hanno distrutto intere zone dove lo scrittore ambientava i suoi romanzi, sia perché con il famoso “Sacco di Palermo” sono stati distrutti interi quartieri e palazzine d’epoca a beneficio di moderni palazzi incolori e anonimi, inoltre la modernità ha spazzato alcuni punti di riferimento della nostra identità culturale, come la famosa Opera dei Pupi che tanto amava Luigi Natoli.
Un "in bocca al lupo" a questi due coraggiosi nuovi editori e per quanto riguarda i singoli libri di Luigi Natoli Arpa eolica li presenterà prossimamente uno alla volta
INTERVISTA A "I BUONI CUGINI EDITORI DI LAURA RIZZO SUL BLOG LUNARIONUOVO
(2020) Sulle opere di Luigi Natoli si continua a studiare ma anche a scoprire manoscritti inediti sia di narrativa sia di teatro. Su quest’ultimo filone attenzione fondamentale ed esclusiva continua a essere dedicata da “I Buoni Cugini Editori” di Palermo con edizioni curatissime e per ogni volume ricche di utili informazioni. Abbiamo auspicato e ottenuto un incontro con Ivo Tiberio Ginevra ed Anna Squatrito anime culturali delle preziose edizioni inaugurate nel 2014 all’insegna insolita de’ “I nostri lettori non sono clienti ma collezionisti”. Le domande che vorremmo proporre sarebbero almeno il triplo di quelle che qui ci limitiamo a rivolgere, convinti di dover tornare ancora per ulteriori informazioni sulla miniera di scritti di uno dei maggiori scrittori italiani di tutti i tempi. (Laura Rizzo)
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D.1. Gentili editori, ci sarà gradita una vostra presentazione della Casa editrice “I Buoni Cugini Editori” a cominciare dalla curiosa affabile denominazione
R.1. Innanzitutto vogliamo ringraziarvi dell’attenzione che ci rivolgete nelle pagine di questa interessantissima rivista culturale. Ci presentiamo subito chiarendo il mistero della nostra curiosa denominazione partendo da lontano, perché è legata alla sua nascita da intendersi come un atto rivoluzionario di resistenza. È il 2010 quando per caso, in biblioteca, consultando un Giornale di Sicilia del 1936 nella pagina sportiva, ci accorgiamo che in appendice è pubblicata una puntata del romanzo di Luigi Natoli con pseudonimo di William Galt, “Fioravante e Rizzeri”. Da sempre appassionati delle opere del grande narratore palermitano, capiamo subito che c’è un errore nella bibliografia ufficiale dello scrittore, perché questo romanzo è stato pubblicato dalla casa editrice “La Madonnina” come postumo e “con grande dispersione di energie”. Invece, era tutto pubblicato a puntate, in appendice al giornale e lo scrittore, ancora in vita, spesso interveniva nelle stesse pagine con chiarimenti e introduzioni. Leggendo ci balzano subito all’occhio delle profonde differenze con il testo pubblicato da “La Madonnina” e capiamo che è stato manomesso dall’editore, sia nella forma letteraria che nella stessa sostanza (ha diversi tagli apportati per accorciare il testo a danno della stessa storia). Da quel momento, io e mia moglie Anna Squatrito, rosi dal tarlo della manomissione delle opere, iniziamo uno studio sugli originali del Natoli e ci accorgiamo che moltissimi dei suoi romanzi hanno avuto la stessa sorte. Scopriamo anche una gran quantità di opere inedite, di racconti, studi storici e letterari, discorsi per conferenze, opere teatrali e tanto altro. Da quel momento iniziamo a trascrivere fedelmente tutta questa moltitudine di scritti, felici di tali scoperte e decidiamo di metterle a servizio della cultura proponendole a molte case editrici di carattere nazionale. Ma abbiamo una grande delusione perché quasi tutte non conoscono Natoli (infatti, siamo sempre costretti a dire: quello che ha scritto “I Beati Paoli”) e in ogni caso volevano operare dei tagli perché: “è lungo” e peggio ancora, basavano la loro valutazione delle opere solo sulla sinossi delle stesse, snobbando l’importanza di tutto. A questo punto, io e mia moglie ci siamo piuttosto arrabbiati e così abbiamo deciso di fondare la casa editrice “I Buoni Cugini” per pubblicare queste opere sconosciute o dimenticate. La determinazione l’abbiamo presa dopo la lettura del romanzo di Natoli “Braccio di ferro, Le avventure di un carbonaro”, dato che i Carbonari fra loro si chiamavano “Buoni Cugini”, e che il momento politico-culturale della nostra Italia era ed è particolarmente delicato; abbiamo deciso di adottare questa denominazione perché ci è sembrata di resistenza e, in ogni caso, omaggiava il grande Natoli, amante e studioso del risorgimento siciliano.
D.2. Luigi Natoli è riconosciuto tra gli scrittori più importati d’Italia. Di lui però all’epoca di tale classificazione, si puntava a esaltare quella che tuttavia è l’opera narrativa più nota da sempre, I Beati Paoli, A tal proposito non abbiamo notato tra le edizioni dei Buoni Cugini, che proprio I Beati Paoli non sono stati pubblicati, come mai? Forse perché quest’opera notissima, non entra nella linea di trarre dall’oblio le meno conosciute e addirittura le inedite?
R.2. Noi editori ci siamo prefissati di pubblicare tutta l’integrale delle opere di Luigi Natoli, edite ed inedite, e tutte fedelmente trascritte dagli originali o da quelle che sono le sue fonti ufficiali, come le pubblicazioni su Giornale di Sicilia, o quelle della casa editrice “La Gutemberg”, disattendendo ogni altra fonte, in particolare quelle pubblicate da “La Madonnina”. Il compito è particolarmente difficile perché, come detto prima, la produzione di Luigi Natoli è immensa. Solo per dare qualche dato: 28 romanzi – quasi 350 racconti, alcuni molto lunghi – 11 opere teatrali – 9 raccolte di poesie – almeno una cinquantina di opere critiche dedicate alla letteratura e storia italiana – 48 testi scolastici per gli studenti e una notevole quantità di saggi e articoli vari. Noi editori, abbiamo letto quasi tutta questa produzione e ci permettiamo di chiedere a tutti quanti hanno definito “I Beati Paoli” come il suo capolavoro, se mai abbiano letto tutte le sue opere per arrivare a questa affermazione. È indubbio che “I Beati Paoli” sia un gran bel romanzo, ma è altrettanto vero che altri capolavori indiscussi come ad esempio “Alla Guerra!”, (solo perché apparso una volta a puntate in appendice al Giornale di Sicilia e dimenticato perché l’argomento trattato non colpiva l’immaginario popolare), non possano essere qualitativamente superiori. Quello che abbiamo notato è che la qualità di tutti i romanzi di Luigi Natoli è sempre alta e opere meno note come “Gli ultimi saraceni”, “Squarcialupo”, “I cavalieri della Stella” e tante altre, non hanno nulla di meno de “I Beati Paoli”; per questo, per far capire quanto vasta e di primissimo livello è la produzione letteraria del Natoli, abbiamo deciso di pubblicare le gesta della setta palermitana come ultima opera, insieme a “Coriolano della Floresta”. Deve essere chiaro a tutti, seguendo il nostro percorso di pubblicazione, che le opere più note sono belle come le altre, né più né meno. Sono state solo un po’ più fortunate. Se poi vogliamo dirla tutta, Luigi Natoli riteneva “Gli schiavi” la sua opera migliore e per gli editori de “La Gutemberg” la sua migliore era “Calvello il bastardo”. Questa è già una conferma della nostra teoria.
D.3. Perché Luigi Natoli definiva quest’opera poco nota come “Gli schiavi” il suo capolavoro?
R.3. Questo interrogativo ce l’eravamo posto anche noi, ma la risposta l’ha fornita con semplicità la lettura del romanzo, perché lo sforzo profuso dallo scrittore nella ricostruzione minuziosa della vita in Sicilia all’epoca delle seconde guerre servili fu qualcosa di estremamente difficile e Natoli ne era molto orgoglioso. Non scordiamoci che l’opera letteraria è stata pubblicata in appendice al Giornale di Sicilia nel 1931/1932 e con la casa editrice Sonzogno nel 1936; non c’era internet, con tutta la tecnologia del nostro secolo, pertanto la ricerca e lo studio delle fonti fu qualcosa di pazzesco se la rapportiamo al nostro modo contemporaneo di lavorare. Il romanzo è l’insieme preciso (mai didattico) della storia di quel tempo, degli usi e delle tradizioni, della politica, amministrazione e gestione romana del territorio senza trascurarne la lingua latina, la toponomastica, la mitologia e la religione in grado di condizionare la vita prima dell’avvento del cristianesimo. In poche parole “Gli schiavi” è la ricostruzione di un periodo storico siciliano poco conosciuto, della celebrazione degli schiavi come Atenione, che osarono ribellarsi al potere romano, il tutto immerso nell’odore di una terra ancora pura e immacolata come l’amore che lega i due protagonisti del romanzo nelle loro sfortunate vicende.
D.4. E per voi editori, qual è il capolavoro di Luigi Natoli, dato che vi discostate dal comune intendimento che siano “I Beati Paoli”?
R.4. Come ho detto precedentemente gli editori siamo io e mia moglie Anna. Ognuno di noi ha le sue convinzioni, ma entrambi siamo concordi nel ritenere “Alla guerra!” il suo lavoro migliore, perché assurge a una poetica dal respiro universale. Poi, io personalmente, non posso fare a meno di citare “I morti tornano…” piccolo gioiello anticipatore del più cupo “noir” contemporaneo, da far studiare nelle scuole di scrittura del genere, e “Cappa di piombo”, un lavoro teatrale anticipatorio di tutte le tematiche drammaturgiche del secolo scorso.
D.5. Voi avete pubblicato l’integrale, del tutto inedita, del teatro di Luigi Natoli e non solo di quello in lingua della comunicazione nazionale, ma anche in dialetto siciliano. Operazione quest’ultima che agevola un recupero prezioso di vocabolario dialettale.
R.5. Sì, ha pienamente ragione. L’operazione di recupero di queste commedie e drammi teatrali per la maggior parte esistenti solo nei manoscritti (alcuni ai limiti della decifrabilità) è stata particolarmente laboriosa, una vera faticaccia, ma siamo stati ricompensati dalla gioia di questa scoperta del tutto inedita di un Natoli innamorato del teatro e, in particolare, di quello in vernacolo, dove la ricchezza del linguaggio, la sua ricerca espressiva, lo colloca ai massimi livelli dell’opera siciliana dialettale, ma anche, in particolare il dramma “Cappa di piombo”, in quella teatrale italiana. Purtroppo il nostro scrittore cercò invano di mettere in scena queste opere ma, ad eccezione dell’adattamento per teatro de “I Beati Paoli”, non ebbe questa opportunità. Speriamo che oggi qualche compagnia teatrale lo scopra e corra il piacevole rischio di rappresentare le sue opere, soprattutto quelle in dialetto siciliano che sono deliziose per freschezza di linguaggio, piacevolezza per lo sviluppo della trama ed anche allegre, sebbene ricche di morale.
D.6. Forse sarebbe doveroso pensare a un convegno di studi per un rilancio di un’ulteriore valutazione di questo singolare e importante genio della cultura letteraria siciliana. Cosa ne dice?
R.6. Ci abbiamo già pensato e stiamo realizzando delle giornate di studio sull’opera di Luigi Natoli in collaborazione con le Università e alcuni circoli culturali, prendendo lo spunto da un grande concorso letterario che abbiamo indetto sul romanzo storico dedicato proprio a lui.
D.7. Può anticiparci qualche notizia di prossime edizioni legate ad altrettante scoperte?
R.7. Certo con piacere. Per quanto riguarda l’opera di Luigi Natoli abbiamo due pubblicazioni per fine mese: “Palermo al tempo degli Spagnoli (1500-1700)”, un saggio storico del tutto inedito su quanto è stata la dominazione in Sicilia degli spagnoli, e la raccolta integrale delle sue poesie proprio per farlo conoscere a tutti anche per quel valido poeta e storico che è stato. Ma la nostra casa editrice, ovviamente non tratta solo le opere di Luigi Natoli e si occupa anche del recupero di opere e scrittori, in particolare siciliani, caduti nel totale dimenticatoio; infatti, dopo avere recuperato opere di Benedetto Naselli, Gaspare Morfino, G. E. Nuccio ed altri, abbiamo appena editato una “raccolta di Documenti e memorie della rivoluzione siciliana del 1860” (della quale furono curatori Giuseppe Pitrè, Luigi Natoli e Giuseppe Pipitone Federico) e il romanzo del tutto obliato di Vincenzo Linares “Maria e Giorgio o il Cholera in Palermo”. Stiamo cercando di recuperare questa letteratura dimenticata pubblicandola in una nostra collana apposita: “Gli introvabili”. La nostra veste grafica, accattivante e moderna, ci porta a dire che tutti i volumi sono da collezione sia per la qualità che per la proposta letteraria, per questo diciamo che i nostri lettori non sono clienti ma collezionisti della buona cultura. Inoltre, tutte le nostre copertine sono appositamente create dal famoso disegnatore e fumettista Niccolò Pizzorno e riassumono in una immagine l’essenza del romanzo.
Vi ringraziamo per la grande opportunità che ci avete concesso con questa intervista di poter parlare della nostra casa editrice “I Buoni Cugini” e in particolare del nostro amato Luigi Natoli con pseudonimo di William Galt o Maurus.