I Buoni Cugini Editori di Anna Squatrito
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Isbn: 979-1255470458
Pagine 160
Pubblicata per l'ultima volta in Italia nel 1871, rivive oggi in queste pagine Gabriele Lambert, la novella di Alexandre Dumas oramai dimenticata dai lettori italiani, in una fedele trascrizione riprodotta senza alterare il linguaggio dell'epoca.
"Era un uomo di ventotto a trent’anni. All’opposto de’ suoi colleghi, sulle faccie arcigne de’ quali era facile ravvisar le passioni che li avevano trascinati in tanta bassezza, esso aveva uno di que’ volti senza fisonomia di cui, ad una certa distanza, non si distingueva le forme.
La barba, che s’era lasciata crescere dappertutto, ma che era rara e di colore sbiadato, non dava, a quel suo aspetto nessun carattere.
I suoi occhi, d’un grigio smorto, erravano vagamente da un oggetto ad un altro, senza essere animati da nessuna espressione; i suoi membri eran gracili, e pareva che la natura non li avesse destinati agli esercizj della fatica; tutto insomma il suo fisico si mostrava in opposizione agli attributi dell’energia.
Finalmente, dei sette peccati che fanno proseliti in questo mondo in nome del gran nemico del genere umano, quello, sotto del quale egli s’era arruolato, doveva essere evidentemente l’accidia.
Io avrei dunque ben presto distratto il mio sguardo da codest’uomo, il quale, d’altronde, non poteva offrirmi per argomento di studio senonchè un facinoroso di second’ordine, se una confusa reminiscenza non mi avesse fatto pensare, che certo lo aveva veduto altre volte.
Per mala sorte, era questa una di quelle fisionomie nelle quali non trovasi cosa che faccia colpo, e che se non vi sono ragioni particolari, non producono, in chi la vede così alla sfuggita, nessuna impressione.
Quantunque fossi convinto di aver altre volte incontrato quell’uomo, lo che d’altronde mi venìa confermato dalla sua perseveranza a sfuggire il mio sguardo, m’era non ostante impossibile il ricordarmi del come e del dove.
Avvicinatomi al guarda-ciurma gli chiesi il nome di quello tra i miei convitati, che faceva sì poco onore al mio trattamento.
Si chiamava Gabriele Lambert…"