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I Buoni Cugini Editori di Anna Squatrito

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Recensioni Noir all'improvviso

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa Recensione dal blog Huffingtonpost

Noir all'improvviso (I Buoni Cugini Editori) di Cecilia Lapova si compone di quindici racconti neri, accompagnati da interessanti illustrazioni di Michele Finelli che colgono il nocciolo della trama, quindici storie che scandagliano altrettante situazioni reali. Momenti di vita quotidiana che, a un certo punto, virano in una svolta fatale trascinando il lettore, lasciandolo col fiato sospeso, fino all'esplosione di epiloghi che fanno meritare in pieno, grazie anche all'andamento ritmato e brioso delle storie, quel titolo così originale e appropriato.

Si passa dall'inquietudine – all'inizio vagamente horror – de Il buio alla cruda realtà di Arancine indigeste, dove, tra le altre cose, viene anche lambita la questione della migrazione nazionale dal Meridione al Nord, ripresa anche in Casa in affitto? Soldi sprecati!, anche se lasciata in secondo piano rispetto all'atmosfera di arcano che regna sovrana. Un'atmosfera che scaturisce da situazioni di pericolo, ma anche di disagio psichico. In Disturbo bipolare la patologia si insinua latente, sovrastata dal dubbio del tradimento, e i sintomi fisici vengono descritti con precisione chirurgica: "Mi sembrava che tutto intorno si facesse ovattato, come se fossi all'interno di una boccia di vetro e mi avessero girata con la testa all'ingiù. Frammenti di vita galleggiavano vicino a me e, per quanto mi sforzassi, non capivo cosa stessero urlando quelle persone".

Il tema della possibile patologia viene ripreso in Ester, ma l'attenzione del lettore resta puntata su un uomo seduto in una panchina e sulla sua misteriosa valigetta. Ogni brano ci ricorda che, spesso, la realtà è molto più complessa di quanto immaginiamo. L'ossessione diviene poi quasi personaggio ne Il feticista dove, accanto al tema della mania si affianca quello della bellezza: la protagonista è una donna cultrice dell'avvenenza con una determinazione tale che diviene assillo e che la costringe a carezzare il suo sogno di beltà con costosi rimedi estetici e con uno smisurato armadio di scarpe che, indossate, non passano inosservate. Né lei vorrebbe succedesse altrimenti: "Muove il piede. È disposta al gioco delle parti, in cui ognuno mostra ciò che possiede, o crede di possedere, come parte migliore del proprio corpo. Rotea la caviglia come fosse un esercizio di pilates, in modo da offrire all'uomo ogni angolatura possibile del suo arto".

Ricchissimi i dialoghi disseminati nelle pagine, specchio di un'oralità che omaggia l'immediatezza del parlato e non esita a riportare espressioni dialettali con precisione e acribia, laddove sono necessarie. Come ne Il lampo, dove il sardo è riprodotto con una musicalità che non trascura di adattare in italiano standard i significati. Il racconto è ambientato in un posto speciale, Fregola, comune che detiene il record mondiale della longevità. Paese di oggi ma in cui si respira la nostalgia per un passato molto diverso: "Chi è rimasto nel paese vive di ricordi, di umili origini, quando le case erano fredde e buie, riscaldate da un caminetto attorno al quale si riuniva la famiglia, spesso colpita da geloni alle mani e ai piedi.

Irene aveva diciott'anni affronta, tra le altre cose, il tema di una malattia devastante, ma anche quello della rinuncia e della ribellione all'interno di uno scenario familiare. Strano posto, la famiglia, ci insegnano alcuni racconti. La famiglia vera o quella agognata, come dimostra La montagna fa brutti scherzi, dove l'autrice dissemina abilmente dubbi, desideri e senso del possesso. Del resto, confondere è una delle abilità di chi trasforma in fiction il crimine, dovendo depistare chi usufruisce del prodotto letterario. Ecco perché, ne La visione, all'incertezza della protagonista si accompagnano possibilità inspiegabili: esisteva davvero l'uomo alto e ben vestito che le appariva all'improvviso di sera, in strada, con una vera e propria epifania, mentre lei era alla guida dell'auto? Chi era? In un'epoca, come la nostra, votata all'indifferenza, "l'altro" può assumere connotati stranianti. Può essere sconosciuto o una persona che si rivela quale non l'avremmo mai immaginata o perfino un uomo che trapassa con lo sguardo e farnetica tra sé, come in Identità celata.

Occhi oscilla tra la luce e il buio, tra la speranza di un miglioramento e un ribaltamento subitaneo che rende fatale la vicenda. Se le contraddizioni promuovono le tensioni e i ribaltamenti rendono spettacolari e imprevisti gli svolgimenti, sono le chiusure mozzafiato a dare una cadenza estremamente vivace al volume. In Segni di riconoscimento il giallo si svolge come da copione, a partire dal ritrovamento di un cadavere che, in omaggio a Manuel Vázquez Montalbán, è rinvenuto nudo e completamente tatuato. Racconto visionario, e in qualche modo complementare a questo è

La miracolata: se nel precedente l'epicentro della narrazione era un morto, qui è una donna che tutti credono imperitura, perché l'ha sempre scampata. Sopravvissuta a diversi incidenti, Caterina incarna un desiderio di eternità comune a molti mortali. Così come comune è la smania d'evasione toccata in Viaggio a Cuba, dove il problema del turismo sessuale è il pretesto per sfumare la cronaca in un altrove che diviene oscurità e minaccia.

Come vedete, la raccolta è ricca anche dal punto di vista degli argomenti trattati: si aggiungano, a quelle già citate, altre tematiche sociali come la difficoltà di sbarcare il lunario, l'occupazione abusiva, i maltrattamenti in famiglia, le migrazioni che portano speranze e disillusioni: "Molti casi come il suo riempivano i telegiornali tutti i giorni, gente che pagava migliaia di euro per farsi trasportare verso il paradiso delle coste italiane, per trovarsi invece nella barca di Caronte che traghettava le loro anime all'inferno".

Questo libro è un gioiello, un esordio strepitoso, perché – ponendo in successione quindici inquietanti tasselli noir – ci dà uno spaccato attendibile della nostra società, degli stati d'animo che ci agitano, delle paure più profonde che ci attanagliano, dei rancori e dei dispetti che ammorbano l'aria. E lo fa mettendo in scena personaggi che calzano a pennello nei ruoli stabiliti: da questi emergere, in ogni parabola, il lato oscuro degli uomini, quelle ombre talvolta così nascoste che soltanto quando escono allo scoperto rivelano la propria portata malefica.

Ma a quel punto, ormai, è troppo tardi.

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa Recensione dal blog Thriller Magazine

Articolo di Novelli & Zarini 

Claude Adrien Helvetius, filosofo e scrittore francese, sosteneva che i racconti sono la storia dei sentimenti. E i racconti noir, sono la storia della parte in ombra di quei sentimenti, la parte sopita dalla razionalità, da regole imparate o solo imposte. Ogni sonno dunque, può essere turbato da elettricità negative, così come da pensieri reconditi. Mutare la realtà del quotidiano in un incubo violento, inaspettato, letale, da cui non vi è ritorno.

La raccolta di quindici racconti “Noir all’improvviso” di Cecilia Lavopa, al suo esordio come scrittrice per la casa editrice “I buoni cugini” nella collana “Almeno un morto” curata dall’inossidabile Ivo Tiberio Ginevra, ha l’abilità di destare dal torpore quotidiano questa infida quanto violenta parte nascosta che risiede in ognuno di noi. Il normale che è prodromo subdolo del delitto, quello più rabbioso, non calcolato, che impone la morte quasi come giudice supremo di un malessere atavico, inciso sulle carni, imputridito nelle ossa e decriptato da un’insana voglia di cambiare una vita insoddisfacente per varie ragioni. Questo soprattutto verso le persone amate, desiderate, origini di frustrazioni personali e di letali vendette morali per sentimenti non corrisposti. Oppure per una necessaria voglia di primeggiare in un gioco che da passatempo diventa fonte di ostilità tragiche e inattese, o per una fobia, un'ossessione che diventa incontenibile furia omicida.

I racconti di “Noir all’improvviso” sono frammenti di vita oscura, quella che si mette e si tiene in catene e se ne soffoca il respiro con un morso di perbenismo fino a quando è possibile, sperando che l’assuefazione, l’abitudine e una silente accettazione dell’esistenza, la possano cancellare, estinguere di ogni pulsazione che cova sotto la cenere, una coltre a protezione di un destino avverso pronto a compiersi con ferocia.

Nero e attimo collimano, si uniscono e si sovrappongono fino a diventare omicidio malato, nevrotico, d’opportunità.

Un tipo di omicidio brutale, se non sempre nelle dinamiche, nei propositi. Cecilia Lavopa costruisce con bravura l’antefatto, il giorno fatidico, le ore precedenti, i minuti che anticipano. Fa respirare la normalità di quella che potrebbe essere la vita di ognuno di noi prima dell’inaspettato, lasciando solamente piccole tracce, a volte fatte anche di una sola parola, per lasciare intuire un divenire prossimo tragico, lasciando al lettore il gusto di assaggiarlo e di comprenderlo.

Perché un incubo non si deve capire, ma si deve soffrire, deve lasciare il marchio. Un marchio dell’abbandono della razionalità, dove al risveglio si può diventare ciò che non si è mai stati. Attraversare il riflesso oscuro di uno specchio e trovarsi dalla parte opposta cambiati e alienati. Un marchio che sta al di là dell'ordinario, stigmate dell’anormale e abnorme senso che si anima e si libera da sotto quella friabile difesa di cenere. Le persone comuni diventano alieni, nel senso letterale del termine, dentro quell’attimo che si cristallizza e muta in una devastante immobilità di follia.

“Noir all’improvviso” è il fotogramma, l’attimo fissato, come nei disegni di Michele Finelli che fin dalla copertina illustrano il senso della raccolta e introducono ogni racconto, Ogni storia è un disco che suona e scivola fluido e che all’improvviso si incanta, si impunta, gracchiando una traccia nascosta, un malevolo sentire ridestato dalla solita litania di ogni giorno. La scrittura scorrevole, precisa di Cecilia Lavopa dà vita a quel disco. Un fluire di parole con il giusto sonoro, il giusto sguardo, la giusta prospettiva da cui sbirciare il male nella sua evoluzione, fino a trovarcisi dentro senza alcuna via d'uscita.

Cecilia Lavopa costruisce i suoi incubi a occhi aperti con mani abili. I suoi personaggi vi vengono calati dentro con grazia luciferina, quasi, per caso, senza quasi volerlo, ma desiderandolo e attuandolo come un piano lucidamente imperfetto. Per fare ancora più male, per non lasciare possibilità di ripensamento. Non esiste la perfezione del delitto, ci si deve sporcare le mani, con la confusione, la paura, la rabbia, l'incredulità, la disperazione. Un dolore artigianale, violenta repressione e espressione della parte oscura.

Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà: conosco le vostre paure, vi ammazzerò ad uno ad uno.” dice It.

Colori di vita che diventano, noir all’improvviso.

https://www.thrillermagazine.it/17531/noir-all-improvviso

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa Recensione dal blog Thriller Magazine

di Marco A. Piva 

Molti tra i nostri lettori conoscono Cecilia Lavopa (nella foto sotto) come il cuore e la testa di “Contorni di Noir”, un blog dedicato alla letteratura di genere tra i più importati e interessanti in Italia.

Avendo letto noir per anni e avendone parlato con estrema precisione e competenza, Cecilia ha ora deciso di scriverlo; grazie alla casa editrice palermitana I Buoni Cugini, pubblica quindi questo “Noir all’improvviso”, una raccolta di quindici racconti relativamente brevi e incredibilmente memorabili, a volte tristissimi e a volte terrificanti.

Dopo una bella introduzione della nostra Marilù Oliva, ci inoltriamo quindi in questa mitragliata di storie; ognuna è aperta da un’interessante illustrazione, adeguatissima al contesto senza anticipare nulla, a opera di Michele Finelli. Nominerò uno per uno i racconti, aggiungendo poche parole riguardo alla trama per darvi un’idea dei temi trattati evitando di rovinare la sorpresa finale.

“Il buio”, titolo che più noir non si può, ci parla di una bambina – ormai una ragazzina, in realtà – terrorizzata dall’oscurità. “Arancine indigeste” ha come protagonista un uomo di una certa età, emigrato dalla Sicilia a Milano in giovane età ma innamoratissimo della propria regione natale, che ha qualche problema di cuore e si trova a combattere con una burocrazia cieca. “Casa in affitto? Soldi sprecati” – splendido titolo, misterioso il giusto – ci presenta Paolo, pugliese ma residente a Milano, che vive in un appartamento occupato illegalmente nel quale viene trovato un cadavere mentre Paolo dorme tranquillo.

“Disturbo bipolare” ci porta a Ferrara, dove un operatore socio-assistenziale viene sospettato dalla moglie di avere una relazione con una paziente. “Ester” è una donna sola incuriosita da un uomo, probabilmente un senzatetto, che vede sempre seduto sulla stessa panchina, con la stessa valigetta tra le mani. “Il feticista” si apre descrivendoci una donna eccessivamente attenta al proprio aspetto, attenta in particolare alle scarpe, pronta a giudicare negativamente le altre ma segretamente frustrata.

“Il lampo” è ambientato in Sardegna, nel piccolo centro di Fregula, la cui popolazione è incredibilmente anziana; protagoniste ne sono Efisia, impiegata di banca, e l’anziana zia (anzi, tzia) Filumena, una nota ficcanaso. “Irene aveva diciott’anni” ci presenta una bambina, appunto Irene, che a cinque anni si rende conto che la madre è gravemente malata, una malattia degenerativa incurabile. “L’identità celata” è raccontato dal punto si vista di una persona che, torturata dagli incubi, rifiuta di rivelarci la propria identità, ma comunque che passa il tempo osservando la gente in metropolitana.

“La miracolata” è una donna figlia di operai che, sin dall’infanzia nella periferia di Milano, è sopravvissuta a una serie di incidenti che avrebbero potuto essere mortali, tanto da guadagnarsi appunto il soprannome di “Miracolata”, che non sopporta. “La montagna fa brutti scherzi” è ambientato in Trentino, dove un uomo fa l’ultima passeggiata tra le sue amate montagne prima di trasferirsi a Messina avendo intenzione di sposarsi con una donna che lavora lì. In “La visione” una donna, che guida l’auto usata appena comprata nelle strade del Parco Adda Nord, vede la sagoma di un uomo apparirle di fronte, ma dopo essersi fermata per evitare l’incidente non vede nessuno.

“Occhi” ci parla di Michele, che ha (appunto) occhi bellissimi ma che sta apparentemente diventando sempre più miope, dato che lavora anche per dodici ore di seguito al computer prima di dedicarsi all’hobby di dipingere figurine di Warhammer, passione che condivide proprio con l’oculista. “Segni di riconoscimento” si apre con il ritrovamento del cadavere di un uomo, completamente nudo e con il corpo completamente coperto – viso escluso – da un tatuaggio rappresentante un intrico di foglie di edera interrotto soltanto da una carpa koi. “Viaggio a Cuba” racconta di una vacanza-premio appunto a Cuba per un gruppo di dipendenti di un’azienda milanese, alcuni dei quali sono interessati soprattutto alle donne del luogo.

Ogni singolo racconto ci presenta, con poche ma precisissime pennellate, personaggi credibili, all’apparenza assolutamente normali (con lati negativi, come chiunque), in situazioni per la maggior parte comuni – visite mediche, incubi, vacanze, litigi con la famiglia. Ma poi Cecilia Lavopa, usando poche parole essenziali e incisive, rivolta tutta la situazione, inserendo l’orrore nelle loro vite, all’improvviso come suggerisce il titolo della raccolta. Ma non si tratta di un orrore soprannaturale, proveniente da esseri partoriti dalla fantasia dell’autrice. Tutto l’orrore viene dall’essere umano, dalla crudeltà o dalla follia, da menti malate o sadiche. Il che è ancora più terrificante.

Certi racconti potrebbero tranquillamente essere usciti dalla penna (o meglio, dalla tastiera) di Stephen King, in particolare “Il buio”, e sicuramente tutti, nessuno escluso, entreranno nella testa – e, chissà, negli incubi – del lettore, con la loro normalità perversa e le loro normali perversioni, con la scrittura incredibilmente naturale ma allo stesso tempo cesellata con arte di Cecilia Lavopa, con l’uso occasionale dei dialetti che aiutano a farci sembrare i personaggi che l’autrice ha creato non creazioni di fantasia ma persone reali, gente che potremmo avere già incontrato da qualche parte, i più abbienti e quelli che faticano a sbarcare il lunario, i vanitosi e gli umili, quelli che si credono speciali e che, come tutti noi, a modo loro lo sono.

Sfogliando di nuovo il libro mi rendo conto di una cosa: i racconti contenuti in “Noir all’improvviso” non sono poi così brevi. Ma la sensazione che ho avuto leggendolo è stata quella di trovarmi di fronte a una serie di brevi sorsate d’acqua fresca, storie che si bevono con piacere e lasciano rinfrescati grazie a una scrittura leggera ma allo stesso tempo angosciante quando serve (in alcuni racconti l’angoscia è totale, in altri ci sono colpi di coda finali che mozzano il fiato dopo eventi all’apparenza assolutamente quotidiani).

Insomma, chiunque ami il noir – e l’horror – non può lasciarsi scappare questo gioiello di raccolta.

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa Recensione dal sito L'Isola del Tesoro

Questa pregevole edizione di una piccola, giovane, intraprendente casa editrice, I Buoni Cugini Editori, raccoglie una serie di racconti che l’autrice Cecilia Lavopa, milanese, coordinatrice di Contornidinoir, uno dei più apprezzati blog di recensioni di narrativa soprattutto gialla, thriller e noir, ha scritto negli ultimi anni sulla scia di ispirazioni improvvise colte in scene di vita quotidiana: racconti noir, mirati al colpo di scena, con… “almeno un morto” (è il titolo della collana), ma scritti col sorriso.
Sembra un paradosso ma l’autrice ha saputo dosare con originalità l’aspetto inquietante che si nasconde nella vita con aplomb delicatamente ironico. E’ come se avesse voluto esprimere paure recondite che spesso non abbiamo neppure il coraggio di ammettere a noi stessi o sentimenti non nobili dei quali ci vergogniamo, costruendoci sopra dei brevi racconti, di gradevolissima leggibilità.
Le storie sembrano condurre verso un finale verosimile per poi deviarne improvvisamente sorprendendo il lettore con un evento estremo, spesso un omicidio all’arma bianca, un coltello. L’assassino colpisce all’improvviso, con estrema freddezza, per un motivo spesso banale, irrisorio. E può essere chiunque, anche chi, un attimo prima, sembrava la persona più normale, equilibrata ed affidabile del mondo.
Sembra che l’autrice voglia scuoterci dall’apatia di tutto ciò che viene dato per scontato nel bene e nel male. Sembra che voglia metterci in guardia dagli altri, dalle gelosie, dalle invidie, dai rancori che possiamo suscitare; ma anche da quelli che gli altri possono suscitare in noi.
I finali cruenti appaiono quasi una cinica e paradossale battuta di spirito: sono scene gotiche che fondono umorismo, noir, e introspezione psicologica; una profonda e coraggiosa introspezione psicologica sul realismo dei sentimenti più comuni, mettendo il lettore di fronte alla loro estremizzazione, alle conseguenze potenziali che quel momento di invidia, di gelosia, di ripicca, che tante volte ciascuno di noi prova nella vita di ogni giorno in famiglia, sul lavoro, nei rapporti sociali, potrebbe avere, se lasciato libero da vincoli etici e sociali.
In fondo, però, proprio la leggerezza con la quale esplode in fine racconto la scena del delitto sembra in un certo senso voler tranquillizzare il lettore, invitandolo ad apprezzare proprio quei vincoli che normalmente impediscono alle pulsioni più violente di manifestarsi in tutta la loro potenza distruttiva. Non si può non far cenno alle stilizzate ed espressive illustrazioni con le quali Michele Finelli ha colto l’elemento basico del racconto, un gesto, uno sguardo, un’espressione, un oggetto. Corredano il volume rendendolo piacevole da sfogliare e risfogliare.

https://www.lisoladeltesoro.net/2019/07/noir-allimprovviso-di-cecilia-lavopa-i-buoni-cugini-editore/

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa Recensione dal blog Liberi di scrivere

a cura di Giulietta Iannone 

15 racconti compongono l’antologia Noir all’improvviso di Cecilia Lavopa, edita da I Buoni Cugini, con prefazione di Marilù Oliva.
15 racconti noir che hanno la peculiarità di concentrare tutta la carica destabilizzante e perturbante nel finale, scelta stilistica singolare che denota una precisa consecutio narrativa non frutto di improvvisazione.
In un primo tempo conosciamo la realtà di tutti giorni, quasi prosaica, normale, tranquillizzante, anche se i germi di una sottile inquietudine in realtà vengono gettati, ma con parsimonia, sottopelle. Poi il finale ribalta tutto, la calma apparente, le prospettive, la placida quotidianità, e proprio all’improvviso entriamo nel cuore nero della vicenda.
Cecilia Lavopa ha una proprietà narrativa notevole, attenta ai dettagli, alle sfumature, con grande immedesimazione, quando parla di soldatini in miniatura lo fa come un collezionista, quando ci descrive i lati più crudi del mestiere di poliziotto lo fa senza perifrasi, quando delinea le psicologie dei personaggi, lo fa con pochi tratti ma essenziali, netti, taglienti.
L’ho ammirata molto per questo, e sono sincera, scrivendo anche io racconti ho apprezzato la competenza con cui tratta temi diversi con naturalezza mettendo a frutto la sua grande esperienza di lettrice di argomenti i più vari, senza parole superflue, (si sa l’arte del racconto si gioca tutta nella brevità, nella mancanza, nella sottrazione). E ogni racconto diventa come un iceberg (la lezione di Hemingway sembra risuoni sottotraccia), il sommerso è più profondo e reale del visibile.
Un’ altra caratteristica che mi ha colpito è l’utilizzo del dialetto, di più dialetti, con competenza e certosina attenzione, frasi e parole intarsiate nella narrazione in lingua italiana, che rendono la lingua viva, dinamica, duttile.
Insomma Cecilia Lavopa è brava, la sua autentica passione per il genere filtra dalle pagine lasciando a volte sensazioni di reale disagio quando tratta della follia, della malattia, della solitudine, delle perversioni, o della semplice sfortuna di un ragazzo che si fa un tatuaggio.
Il mondo è noir, c’è poco da dire, descriverlo dopo tutto è solo un esercizio realistico di osservazione, analisi e interpretazione come Luigi Bernardi anche lui appassionato del genere aveva bene sintetizzato.
Se conoscete più Cecilia come fondatrice di “Contorni di noir” e animatrice culturale, beh avrete una gradita sorpresa. Da segnalare i disegni di Daniele Finelli. Buona lettura!

Cecilia Lavopa, milanese d’adozione e tedesca di nascita, lavora in una compagnia di assicurazioni ed è blogger per passione.
Moderatrice per quattro anni del forum di Qlibri, ha fondato “Contorni di noir”, sito nel quale scrive recensioni di romanzi noir, thriller e gialli e realizza interviste.
Ha intervistato dal vivo autori come Tess Gerritsen, Lee Child, Glenn Cooper, Joe R.Lansdale, Massimo Carlotto, Jonathan Coe.
Ho partecipata a BookCity Milano come presentatrice di autori come: Alan Altieri, Marco Malvaldi e Charlotte Link.
Ha co-presentato (insieme al curatore Riccardo Sedini) Lomellina in Giallo 2012.
Ha presentato al NebbiaGialla 2018 (curatore Paolo Roversi) autori nazionali e internazionali.
Appassionata di gatti, se poi sono neri ancora di più. Ama tanto viaggiare, soprattutto con la fantasia.
“Noir all’improvviso” è la sua prima antologia di racconti.

https://liberidiscrivere.com/2018/12/19/noir-allimprovviso-di-cecilia-lavopa-i-buoni-cugini-2018-a-c...

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa Recensione dal blog Sisterboks

C'è una domanda che ogni lettore accanito, e non solo, almeno una volta si è posto, più seriamente o meno: riuscirei a scrivere un libro? Cecilia Lavopa, amica di una vita ma soprattutto fondatrice e blogger di Contorni Di Noir, il blog per eccellenza di riferimento per il genere giallo/thriller/noir, fa il suo debutto nel mondo dell'editoria da un'altra prospettiva, quella da scrittrice. 
Quindici sono i racconti che compongono la sua prima pubblicazione, "Noir all'improvviso", uscito per la casa editrice I buoni cugini il 20 novembre 2018.
Quindici racconti in cui si percepisce la grande passione per il genere, ma anche e soprattutto una spiccata abilità come scrittrice. In ogni storia viene analizzato il lato oscuro che si nasconde dietro ogni angolo e dentro ai protagonisti, Cecilia Lavopa racconta situazioni di vita quotidiana, in cui i personaggi sono persone comuni, rendendo così più angoscianti e autentiche storie.
La sensazione provata durante la lettura è quella di una perenne tensione, in cui il colpo di scena è dietro l'angolo e proprio sul finale l'autrice riesce a sorprendere facendoci rimanere a bocca aperta.
I racconti sono molto semplici e tutti diversi tra loro, sono originali e inaspettati. Combinano argomenti e tematiche diverse, come le ossessioni, i disturbi psichiatrici, le paure e malattie, con un preciso filo conduttore: il lato nascosto di noi stessi, quello che tendiamo a reprimere e che fa agire i protagonisti - che hanno perso ogni contatto con la realtà - in maniera non convenzionale.
La nostra passione per il genere ci ha permesso di trovare i racconti affascinanti e al contempo sconvolgenti, tra i nostri preferiti sicuramente c'è il primo, "Il Buio", forse il più inquietante di tutti, in cui una ragazzina ha il terrore del buio.
Ogni racconto è unico e ogni finale aumenta la voglia di proseguire e scoprire in quale nuovo scenario ci si imbatterà. Le pagine scorrono velocissime e si ha la sensazione di non riuscire più a fermarsi e smettere di leggere.
Cecilia Lavopa si è dimostrata una scoperta sorprendente, i racconti lasciano qualcosa dentro, ognuno per motivi diversi. Non ci addentriamo nel dettaglio per lasciare a voi lettori il gusto e soprattutto il piacere di scoprirli uno per uno. Un'antologia che ogni amante del genere thriller e horror non può assolutamente perdersi!  

https://sistersbooks.blog/recensioni/Noir%20all'improvviso

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa Recensione dal blog La bottega del Giallo

15 RACCONTI, 15 DISEGNI, UN SOLO FIATO SOSPESO

15 racconti di una scrittrice che prima di tutto è la fondatrice di un dei blog più influenti del genere Contorni di Noir, 15 disegni di Michele Finelli che nel bianco e nero risalta il rosso come unico colore. Un titolo, azzeccatissino, Noir all’improvviso.

Perché è questo il leit-motiv che tiene legati tutti questi racconti, il noir che piomba all’improvviso in vite qualunque, normali, di tutti i giorni, ma che nell’ultima riga prendono una svolta imprevedibile.

Le svolte improvvise sono il punto di suspense di Cecilia Lavopa, la vita scorre come sempre, fino a quando qualcosa cambia le carte in tavola. Sicuramente un modo di fare suspense conosciuto, ma molto difficile da applicare in racconti brevi perché devono dare la sferzata al racconto nel momento giusto e chiosare il racconto.

Altro aspetto che mi ha fatto apprezzare molto il lavoro della scrittrice è il troncamento del racconto, una sospensione stilistica molto bella che permette al lettore di chiudere il libro ed immaginare una sua evoluzione.

La stile è fluido e completo, molto difficile nei racconti brevi. Eh sì, qui si parla di racconti brevi, quindi Cecilia Lavopa ha dovuto sintetizzare tutto in poche pagine e raccogliere descrizioni e ambientazioni, parole e sentimenti, non in poche righe, molte volte anche in una sola parola.

Anche se meno rinnomato, il racconto è una forma di espressione molto più difficile del romanzo, primo ostacolo è la lunghezza. La scrittrice, in questo caso, ha avuto poco spazio a disposizione per raccontare senza dimenticare niente, perchè è facile scrivere un racconto zoppo o a metà. Ma non è il suo caso.

Nei racconti brevi noi, non mettiamo mai i voti anche perché sarebbe una media di tutti i racconti e otterremmo un giudizio globale quando la forza di questi racconti è singola, delle piccole miniature da apprezzare.

Comunque voi che siete nostri lettori, sapete benissimo che se ne parliamo vuol dire che ne vale la pena. La Bottega non ha mai fatto pubblicità a libri non meritevoli.

https://www.labottegadelgiallo.com/recensione/noir-allimprovviso/

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa Recensione dal blog Thrillercafé

Edito da I Buoni Cugini Editori, recensiamo oggi al Thriller Café Noir all’improvviso di Cecilia Lavopa. "Cristina, Ester, Michele, Irene. Solo alcuni nomi di gente comune descritta in scene di vita ordinaria che all’improvviso si trova catapultata in un terribile incubo. Quindici racconti neri, quindici storie che nascondono il male che si annida dove meno te lo aspetti. Atmosfere di pericolo, di disagio e di paura fanno da sfondo alle vicende nelle quali anche il lettore potrà immedesimarsi, in un crescendo di suspense e di orrore.

Inesauribile motore di Contornidinoir.it, Lavopa è ben conosciuta agli amanti del mondo giallo e thriller, online e non solo, data la sua costante presenza a eventi, rassegne e presentazioni di genere. Con questo libro la vediamo fare il gran passo da recensora a recensita e approdare dunque alla pubblicazione con un editore piccolo ma dedito alla ricerca della qualità. Forse siamo un po’ di parte, dato che il nostro Delitti al Thriller Café è stato dato alle stampe proprio da I Buoni Cugini Editori, ma gli appassionati di romanzo d’appendice di certo possono confermare la bontà della missione della casa editrice palermitana, conosciuta per la meritoria ripubblicazione dei volumi di Luigi Natoli, e più vicina ai nostri temi con pregevoli volumi nella collana Almeno un morto

Noir all’improvviso è una raccolta di quindici racconti nerissimi, scritti in cui l’autrice dà prova di grande fantasia e altrettanto ardore: partendo da situazioni di ordinaria quotidianità, da vite comuni e abituali, Lavopa analizza e descrive il lato oscuro dell’essere umano, le paure, i disagi e i pensieri occulti più reconditi, fino a condurre il lettore a epiloghi sorprendenti e impressionanti.

Nei personaggi ritratti magistralmente, nelle storie e ambientazioni del tutto differenti tra loro – di cui non voglio anticipare nulla, perché svelare anche solo una delle trame sarebbe un sacrilegio – l’autrice ha la straordinaria abilità di far intraprendere a chi legge una determinata direzione, per poi virare improvvisamente e trascinarlo verso un finale geniale e inatteso. Molteplici anche le tematiche trattate con intensità: patologie psichiche, incubi, desideri nascosti e feticismo, per citarne alcune; temi che creano brividi nel corso della lettura, come un ottimo noir deve fare.

Difficile, a mio parere, scrivere un racconto rispetto a un romanzo, perché in poche righe si deve sintetizzare efficacemente ciò che nel secondo caso viene sviluppato in centinaia di pagine: Cecilia Lavopa riesce benissimo nell’impresa, regalandoci per ogni singola vicenda un’alta quantità di suspense e pathos in cui il noir esce all’improvviso (mai titolo fu più appropriato!).  La splendida e incisiva introduzione di Marilù Oliva apre il sipario e le icastiche e inquietanti illustrazioni di Michele Finelli sono la chiave per schiudere la porta di ogni racconto: insieme rifiniscono la bellezza di questa antologia ricca e potente.

https://www.thrillercafe.it/noir-allimprovviso-cecilia-lavopa/

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa Recensione dal blog Sugargulp

Cecilia Lavopa, blogger di successo, esordisce con una raccolta di racconti noir di tutto rispetto. Quindici storie, quindici piccoli mondi dalle tinte forti ma ricchi di sfumature che portano il lettore a interessarsi all’inganno nella pagina successiva, al mistero di una parola chiave, al paranormale legato alla trama.

Ogni racconto è preceduto da un disegno, creato da Michele Finelli. Ogni disegno ha un piccolo particolare dal colore rosso che lo contraddistingue, una sorta di filo conduttore.

I personaggi hanno esistenze uniche ma molto comuni, per questo è facile sentirli vicini di casa. Ma hanno anche un lato oscuro, indefinibile, legato magari al passato burrascoso o anaffettivo, oppure a una malattia, a un disagio. Da nord a sud l’autrice ci parla di immigrazione e emigrazione, di tradimento e condanna, di passioni e ossessioni.

Con una particolare attenzione, a mio avviso, a chi è più fragile nella nostra società, e potrebbe avere bisogno di aiuto. Non mancano le tradizioni meravigliose del nostro paese e la voglia di preservarle in ogni modo. Non mancano le espressioni dialettali, ben collocate. Danno tono e corpo ai protagonisti.

Non mancano, ovviamente, i colpi di scena legati al giallo delle storie, alla giusta suspense che avvolge un delitto. I miei personali complimenti a Cecilia Lavopa, lettrice accanita. Prefazione di Marilù Oliva.

Buona lettura.

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa Recensione dal blog Mangialibri

Angela Grandi è dispiaciuta che la figlia Cristina, dodicenne volitiva, continui ad aver paura di “Loro” nell’addormentarsi sola al buio in camera, ora che da quattro anni sono rimaste senza marito e padre. Proprio quella sera ha deciso di provare a uscire con Massimo, anche lui vedovo, devono andare a cena e poi a ballare, vorrebbe proprio divertirsi, finalmente. Sente troppa oscura morte intorno a sé… A sessantadue anni il ricco Marcello, capelli bianchi e ventre pingue, è in attesa di visita cardiologica in una clinica privata alla periferia della capitale lombarda nell’afa di luglio. Qualche anno prima uno stent (tubicino nei vasi sanguigni) e due ablazioni (eliminazioni di parti del muscolo cardiaco) lo avevano salvato, ma la situazione del cuore continua a peggiorare. Purtroppo ha lo stramaledetto vizio di mangiare arancine, sia lui che la moglie (dieci anni più giovane) sono di origine siciliana (e odiano la mafia), non riescono a farne a meno. Ha preso il numeretto per la fila ma l’illustre cardiologo americano sta ancora effettuando delicati interventi chirurgici, forse riuscirà a entrare, essere visitato sta diventando una questione di vita o di morte... Il commissario Stefano Gregori, il fedele agente Criscuolo e vari agenti della scientifica si trovano sulla scena del crimine. Nell’appartamento a ridosso di Piazza Selinunte ci sono sul pavimento il cadavere del pensionato 63enne Riccardo Bonalumi, ucciso da un colpo di pistola (scomparsa), e sul letto Paolo Luci ubriaco dormiente, aggrovigliato tra le lenzuola. Erano vicini di casa, entrambi avevano occupato abusivamente le poche stanze delle case, Luci grazie all’aiuto di altri senza fissa dimora compaesani pugliesi. Forse l’anziana legittima proprietaria era già morta, comunque nessuno si era più fatto sentire…

L’assicuratrice milanese Cecilia Lavopa è una delle più importanti book blogger italiane. Da quasi un decennio ha fondato e gestisce “Contorni di noir”, un ottimo aggiornato seguito sito di recensioni e interviste noir/thriller/gialli, imperniato su lei e altri quindici lettori “forti”. L’antologia di racconti è il volume d’esordio dall’altra parte della barricata dello stesso genere, vicende scritte anche in precedenza senza obiettivo di pubblicazione. Si tratta di quindici brevi storie narrate sia in terza persona (la maggior parte) che in prima (con curiose originalità), in genere al passato, ambientate perlopiù nella città meneghina, citata o meno, o in altre varie località (dalla longeva Sardegna al limitrofo bacino dell’Adda, da Canazei a Ferrara, infine a Cuba). Ogni racconto è introdotto da una graziosa illustrazione in bianco e nero con macchia rossa di Michele Finelli. Il filo unitario (da cui il titolo) è descritto da un’articolata introduzione dell’amica scrittrice Marilù Oliva: “Momenti di vita quotidiana che, a un certo punto, virano in una svolta fatale trascinando il lettore, lasciandolo col fiato sospeso, fino all’esplosione” degli epiloghi spiazzanti. Si legge molto gradevolmente, non tutte le storie sono egualmente accurate e riuscite, comunque sempre divertenti e scoppiettanti, ben scritte. Colpiscono gli abbozzi di trama in cui si uccide preventivando gli altri da far incolpare.

Valerio Calzolaio

Noir all'improvviso di Cecilia Lavopa Recensione dal blog Mangialibri

Cosa si può celare dietro la spiazzante normalità?

Questa è la domanda fondamentale che sovviene durante la lettura di questi racconti, che all’interno di un banale quotidiano nascondono il giallo, il noir, l’inquietudine, fino ad arrivare a picchi di terrore.

Perché se è vero che nulla è più terrificante del quotidiano è anche vero, nel contempo, che niente rassicura di più di ciò che è convenzionale.

Ed in questi quindici racconti non c’è niente che lo sia.

Al contrario: scandagliano la superficie in tantissimi frammenti per fare emergere il buio più cupo e più torvo. Il noir si manifesta attraverso gli incubi, che esplodono nel sonno o nello stato di veglia, tramite la follia che prorompe nella vita di ogni giorno e trova il modo per serpeggiare in una giornata comune, in una persona comune, mentre è su un tram che la porta al lavoro, mentre si ammira le scarpe indossate con orgoglio, o mentre attende il proprio turno dal medico. Tutto questo senza tralasciare quel pizzico di humour che allenta la tensione al punto giusto, e inaspettatamente fa sorridere.

Sono brevi, immediati, autoconclusivi ed arrivano. Tutti. Le notevoli le capacità narrative dell’autrice non sono inficiate dalla rapidità dei racconti, piuttosto direi che vengono esaltate.

Sono quindici storie, e sono una più seducente dell’altra. Ognuna di esse riesce a far precipitare istantaneamente il lettore in una realtà avvolgente e coinvolgente che lo accoglie pienamente e dalla quale è difficile staccarsi. L’unica opzione è proseguire con il racconto successivo.

Sono mondi semplici e concreti dove è difficile non riconoscersi perché sono realtà che ogni lettore potenzialmente vive, e sono azioni che ognuno compie. Sono protagonisti ordinari, che vanno al lavoro, vanno in vacanza, hanno distrazioni e relazioni. O almeno ci provano.

I temi che vengono toccati sono variegati e spesso complessi. Ci imbattiamo nella malattia incurabile, nelle passioni, nelle difficoltà economiche e nelle varie ossessioni. Disparati gli argomenti trattati che fanno da sfondo naturale ad eventi che imperversano ribaltandorepentinamente ciò che sembra.

Rappresentative e notevoli le illustrazioni di Michele Finelli che impreziosiscono le storie cogliendone l’essenza, presentandole iconicamente e lanciando un messaggio immediato e simbolicamente rilevante su ciò che verrà letto.

I racconti sono talmente scorrevoli che si leggono voracemente con il desiderio che non finiscano mai. E la scrittura è fluente, semplice ed intrigante.

Una raccolta dalla quale sarà difficile separarsi e che ci lascerà il desiderio di leggere altre storie, altre vite, altri racconti così elegantemente noir. 

A cura di Barbara Aversa Pacifico