I Buoni Cugini Editori di Anna Squatrito
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Isbn: 979-1255470304
Pagine 210
“Questo libro di Rosalia Pignone Del Carretto, non è un semplice romanzo su cui il lettore pone il proprio sguardo, ma si tratta di un testo tratto in salvo dall’oblio. È un volume prezioso e atipico per la letteratura del tempo. Per tanti motivi. Pubblicato per la prima volta nel 1876 a Napoli per i tipi di M. Savastano, Un vero amore ovvero I Beati Paoli è uno dei primissimi romanzi sul tema della setta dei Beati Paoli.” Dalla prefazione di Massimo Bonura.
Pubblicare questo romanzo è stato un atto doveroso nei confronti di una letteratura, fatta da chi non è mai stato dalla parte dei vincitori che hanno avuto anche la capacità di obliarla. Si è voluto ricordare la voce di chi è stato convinto di essere storicamente nel giusto, anche se ha presagito che “ruine e sciagure” avrebbero travolto vincitori e vinti. Detto questo, il romanzo ambientato a Palermo nel primo ventennio del 1700, è una miniera di notizie storiche, particolareggiate e delle più varie. È descritto il “gioco del toro” che si svolgeva a Palermo nella piazza antistante il Palazzo Steri o “la caccia ai tonni” nel mare di Santa Flavia; il vuotismo assoluto dei ricevimenti di corte con i suoi sfarzi e il relativo pettegolare delle dame; la descrizione di luoghi e storie poco note come quelle legate alla cattedrale di Palermo, al convento di San Martino delle Scale, alle magnifiche ville dei principi di Butera, Cattolica, Palagonia, Gravina e dei palazzi nobiliari della vetusta e specchiata nobiltà isolana, nonché di antichissime costumanze siciliane; finanche di fatti storici dimenticati come la venuta in Sicilia delle truppe irlandesi e la loro cacciata e altro ancora. La lettura del romanzo risulta piacevole e dinamica soprattutto per il suo intreccio degno di nota. Ha una costruzione intelligente, con un avvicendarsi del bene e del male, dell’amore e dell’odio con estrema naturalezza. La trama che risponde ai criteri costruttivi classici e comuni dell’epoca è ben scritta, magari scontata in qualche parte, ma ha una buona suspense e un finale a sorpresa che la riscattano da ogni stereotipo. Il titolo è azzeccatissimo perché il vero amore è il motore dell’opera: l’amore familiare incondizionato, quello casto e puro degli amanti e dissoluto dei “perditori”; l’amore estremo per la Patria, per la religione, il governo, gli amici; l’amore sotto ogni forma, anche per la stessa vacuità. E poi ci sono loro: i Beati Paoli, con il loro spirito che aleggia su tutta l’opera, con il loro tetro mistero e il fascino inscalfibile “dell’infame sinedrio” criminale (e in questo romanzo pure politico) che ne mantengono vivo e inalterato ancor oggi il loro mito.
L'opera è la fedele trascrizione del romanzo originale pubblicato dalla casa editrice M. Savastano nel 1876 (Napoli)
Copertina di Niccolò Pizzorno