I Buoni Cugini Editori di Anna Squatrito
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Fra’ Diego La Matina è uno dei più drammatici romanzi della feconda e inesauribile fantasia di William Galt, pseudonimo, come oramai si sa, nel quale si cela Luigi Natoli. Nel romanzo pagine fosche e pagine commoventi si alternano e si intrecciano: sul cupo fondo di quel periodo nefasto per la Sicilia che fu il Seicento. La società era allora sotto l’incubo della reazione religiosa; il clero vi spadroneggiava; il Sant’Offizio incuteva il terrore dei frequenti roghi; in nome della religione si commettevano delitti inauditi. Appunto due uomini di chiesa nel romanzo si trovano di fronte: don Angelo, avido, ipocrita, tiranno della coscienza, capace di tutto e fra Diego, spirito ribelle, difensore dei deboli, violento anche nella pietà. Fra questi due si svolgono le vicende dolorose di due donne, Isabella e Cristina: vittime dell’amore, perseguitate da don Angelo. Sono questi i quattro principali personaggi; ma intorno a loro si muove tutto un popolo e tutto un periodo storico: processioni, auto-da-fè, tumulti, rivoluzioni, si succedono in quadri mirabili, quali la potenza descrittiva di William Galt sa dipingere. L’interesse che desta questo romanzo è tale, che appena cominciate a leggere le prime pagine, il lettore resta incatenato; palpita, freme, inorridisce, e tuttavia non lascia la lettura. Ma più che le nostre parole, varrà leggere le prime pagine.
Questo scriveva la casa editrice La Gutemberg nel 1924, presentando il romanzo di Fra Diego La Matina ai suoi lettori. Noi I Buoni Cugini Editori aggiungiamo solo che l’odierna pubblicazione è la fedele trascrizione del testo originale de La Gutemberg, l’unica sulla quale non si è abbattuta la ferocia del revisionismo clericale e censorio di tutte le pubblicazioni seguenti fino ai giorni nostri, volte ad ammorbidire i giudizi dell’Autore sul sant’Offizio e su quanto in Sicilia nel 1600, la Chiesa era superstiziosa, avida, ipocrita, e soprattutto lontana dal suo ministero di carità e amore verso il prossimo. La ritorsione fu la messa all’indice dei libri proibiti per i suoi romanzi, ma Natoli non rinnegò mai la sua opera neanche dinanzi al prete inviato dalla Curia poco prima della morte, infatti, a quest’ultimo che prometteva la riabilitazione delle sue opere, a patto del ripudio del romanzo di Fra Diego La Matina, rispondeva di riferire ai suoi superiori che “La storia non si può ritrattare o coprire con un velo, e un tale potere non l’ho né io né il papa”.