I Buoni Cugini Editori di Anna Squatrito
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La Sottocommissione storica, eletta dal Comitato pel Cinquantenario del 27 maggio 1860, affidò ai sottoscritti la compilazione del presente volume; al quale essi credono utile premettere un'avvertenza, per chiarire i criteri dai quali sono stati guidati nella scelta e nella disposizione di quanto in esso si contiene. La Sottocommissione fu unanime nello scartare prima tutto l'idea di compilare una serie di monografie, le quali, certamente, per la bontà degli scrittori, avrebbero avuto un grande valore, ma ha, in fondo, qualcosa di subbiettivo e per la diversità degli scrittori non avrebbe data al volume quella unità organica che può avere la storia scritta da un solo. Oltre di questo, formando ogni monografia un organismo compiuto in sè, si sarebbe incorso nello inconveniente di ripetere cose dette prima o dopo, e forse con vedute e giudizi diversi: il che avrebbe generato non pur sovrabbondanze e ripetizioni, ma anche una certa confusione nella mente del lettore. Fu dunque stabilito di far parlare la rivoluzione del 1860 attraverso i suoi vari momenti, con la sua stessa voce; raccogliendo in unico corpo i documenti di quell'epoca memoranda, ufficiali ed extraufficiali, del Governo borbonico, del Comitato rivoluzionario e del Governo della Dittatura; memorie sincrone, curiosità, poesie occasionali, tutto quanto, in una parola, possa, anche in mezzo agli errori, le esagerazioni e le illusioni, dar la vera idea di quel che fu, in quei giorni, lo spirito della popolazione e del governo; di quella febbre operosa di rinnovamento; di quel fervore patriottico e di quelle aspirazioni sapienti, che paiono ora cose lontane, ed empiono di stupore e d'incredulità le nuove generazioni. Il lettore può in questo modo trasportarsi in quei tempi, evocarne le immaginazioni, vivere in esse, sentire nell'anima sua rifarsi, rinnovarsi, ridiventare una realtà vivente quella che è soltanto una memoria: e dalla comunione immediata fra sè e i documenti, trarre il giudizio o darne la sua interpretazione. D'altro canto è sembrato alla Commissione che offrire qui tanta e così svariata materia dispersa fra stampe rarissime o in manoscritti fin qui inediti o in raccolte di non piacevole nè facile lettura, sia un buon servizio alla storia e agli studiosi; i quali troveranno in questo volume abbondanti materiali per la storia di quella rivoluzione, senza la quale nè Garibaldi si sarebbe mosso, nè l'Unità Italiana sarebbe divenuta così presto un fatto compiuto. Ma a questo proposito i compilatori dichiarano di non aver tutto raccolto e accolto. La messe sarebbe stata tale da potersene compilare parecchi volumi; se non che, a raccoglier tutto, ciò che è difficilissimo, avrebbero impinguato la presente pubblicazione di roba, non già inutile, chè nulla è inutile alla storia, ma tale da non aggiungere niente di nuovo o di singolare al libro, pei fini che essi si son proposti. Hanno dunque trascelto quel che è loro parso più caratteristico e rappresentativo, tra la quantità enorme di scritti, pur dovendo, e con rincrescimento, rinunciare a qualche cosa. Quanto all'ordinamento, le ragioni di esso appariranno chiare. La prima parte comprende i documenti della rivoluzione, anteriori e posteriori al 4 aprile 1860 e fino al 27 maggio. La seconda, una scelta degli atti della Dittatura, quelli cioè che propriamente riguardano il periodo rivoluzionario, il rinnovamento politico-amministrativo della Sicilia e uomini e fatti della rivoluzione; la terza, più varia, comprende atti della rappresentanza civica, documenti riferibili alle spedizioni, diari del tempo, memorie, poesie, fra cui le memorie storiche di Filippo e Gaetano Borghese, il diario inedito di Enrico Albanese, le lettere di Giuseppe Bracco al conte Michele Amari, il diario di Antonio Beninati.
Palermo, 27 maggio 1910
Giuseppe Pitrè (Presidente), Luigi Natoli, Giuseppe Pipitone Federico, Alfonso Sansone, Salvatore Giambruno, Giuseppe Travali, Cesare Matranga